Tra le prime piante a fiorire quando la primavera è ancora lontana, rallegra il giardino addormentato con i suoi colori delicati.
Si potrebbe definire un fiore da dimenticare, ma non in senso negativo. Al contrario, una delle caratteristiche più apprezzabili dell’elleboro è proprio la sua autonomia. Se messo a dimora in un luogo adatto e poi lasciato a se stesso, infatti, è in grado di crescere, prosperare e riprodursi senza bisogno di alcun aiuto, tranne forse di un po’ d’acqua nel caso di estati straordinariamente siccitose. Ma non è solo questa la caratteristica che lo rende immancabile in un giardino che vuol essere vivace e interessante in ogni stagione, quanto la sua fioritura che è una delle prime, tra dicembre e i mesi primaverili.
A lungo considerato una chicca per collezionisti a causa degli alti costi e della crescita lenta, oggi si è molto diffuso, anche grazie agli ibridi, e i prezzi sono considerevolmente calati, dunque questo piccolo gioiello vegetale è alla portata di tutti. Anche le nuance si sono moltiplicate: dal bianco al giallo, dal rosa al rosso, dal blu al viola cupo, senza dimenticare gli effetti maculati e striati o le piante dal fiore doppio.
L’elleboro cresce molto lentamente e può impiegare anche dieci anni a dispiegare tutto il suo potenziale. Si autodissemina – o può essere diviso manualmente – ma anche in tali casi i risultati di questa azione sono tangibili dopo anni. L’ideale quindi è acquistare una pianta già ben formata e studiare in anticipo il punto del giardino in cui porla a dimora perché se spostata si riprende a fatica e può smettere di fiorire per lungo tempo.
L’elleboro, dunque, non ama essere disturbato, e a tale proposito è bene anche ricordare che questa pianta è velenosa in tutte le sue parti, specialmente le radici, e anche un semplice contatto con la linfa può causare irritazione cutanea a chi ha la pelle particolarmente sensibile. È indispensabile, dunque, indossare i guanti quando la si maneggia.
L’elleboro è essenzialmente una pianta da ombra o ombra parziale, ma a seconda delle specie può vivere anche in posizione più assolata. Preferisce i suoli ricchi di humus e umidi, ma tollera un’ampia gamma di suoli a condizione che siano ben drenati. Se si desidera concimare si può farlo una volta l’anno, ma è necessario annaffiare solo nei periodi siccitosi perché per il resto la pianta è autosufficiente. È un eccellente compagno per hosta, felci, fiori da sottobosco e bulbi primaverili, e rimane interessante anche quando non è fiorito grazie alla bellezza del suo fogliame.
Esistono diverse specie di elleboro e molti ibridi, che in genere sono più semplici da coltivare perché si adattano meglio alle condizioni del suolo e del clima. Di seguito indichiamo i nostri ellebori preferiti, quelli che consigliamo a chi vuole ravvivare il proprio giardino in ogni stagione, ma particolarmente nei mesi più freddi.
HELLEBORUS NIGER
Detto anche “Rosa di Natale”, è la prima pianta perenne a fiorire ogni anno – o l’ultima, se consideriamo il suo esordio dicembrino. Per chi ama regalare piante, in occasione delle festività può essere una valida alternativa alla classica stella di Natale. I suoi fiori sono bianchi o di un bianco tendente al verde, a volte con una sfumatura rosa, che gradualmente virano al rosa nel corso della lunga stagione della fioritura.
Le foglie sono sempreverdi, verde molto scuro, coriacee, lucide, divise in 7-9 foglioline, non dentate, tranne verso la punta delle foglioline.
Ne esistono molte varietà botaniche che si distinguono per la diversa forma delle foglie e molte selezioni dai colori diversi.
HELLEBORUS FOETIDUS
Deve il suo nome al profumo non troppo gradevole, quindi non è proprio l’ideale per un bouquet da posizionare in casa! In realtà, se coltivato in giardino questa caratteristica è appena percepibile, anche perché smorzata dalle basse temperature del suo periodo di fioritura.
È piuttosto differente dagli altri ellebori perché dotato di steli eretti (gli ellebori più comuni sono senza stelo), piccoli ma numerosi fiori di colore verde giallognolo con margini rossastri e una crescita rapida. Questo tipo di elleboro, infatti, raggiunge le dimensioni massime (circa 80 cm di altezza e 45 cm di larghezza) in soli 2 o 3 anni.
Non è longevo come gli altri ellebori, ma si autodissemina in modo più generoso. Le foglie sono verde scuro, costituite da 7-9 segmenti lanceolati-lineari, seghettati sul bordo. Anche in questo caso esistono diverse varietà che si distinguono dai colori di fiori e foglie.
Ama in particolare i climi e i terreni freschi e non è raro trovarlo nel sottobosco e al margine dei sentieri nelle zone montane. Come tutti gli ellebori, è velenoso, ma in genere gli animali domestici tendono a ignorarlo.
HELLEBORUS ORIENTALIS
Molto decorativo anche quando non è in fiore, l’Helleborus orientalis ha foglie coriacee, verde scuro, che formano un cespuglio compatto. Le foglie sono divise in 7-9 segmenti lanceolati, con margini seghettati. I fiori sono di grandi dimensioni e a forma di campanula, con corolla bianco crema, rosa pallido, verde o rosso-violacea e pistilli gialli o verdi.
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